In queste brevi note non parlerò della storia passata del nostro cane che comunque viene da molto lontano ed è stato plasmato dall’essere utilizzato, sempre in collaborazione stretta con l’uomo, prima per reperire e levare i selvatici per le reti, per il falco o per i levrieri e poi, sempre negli stessi terreni difficili, per il fucile.

Cercherò invece di raccontare, a grandi linee, come la razza si è fissata nelle caratteristiche attuali.

E’ in Inghilterra, con i primi raduni – fine ottocento – che iniziano i confronti fra allevatori per individuare i cani adeguati a svolgere la migliore azione nei terreni coperti da folta vegetazione. (Attenzione, perché fino a questa data, fine ottocento primi novecento, si attribuivano ancora i cuccioli nati dalla stessa fattrice, a razze diverse, tipo cocker o springer, a seconda del peso).

Come possiamo immaginare le fisionomie dei cani erano le più diverse.

Dopo i primi raduni però si resero conto che la sola valutazione estetica stava indirizzando verso un tipo di cane con tronco lungo e pesante, che era appariscente, ma che non aveva ragioni pratiche. Questi cani erano apprezzati esteticamente e quindi venivano premiati.

Per contrastare queste deviazioni furono quindi organizzati dei raduni nei quali i cani venivano vagliati in azioni di caccia. E’ in queste manifestazioni, in base al lavoro svolto dai cani, che incominciarono a definirsi con maggiore precisione le razze spaniel e quindi anche il nostro springer.

In base al lavoro che dovevano svolgere sul terreno di caccia si andò consolidando un tipo di cane che non doveva superare i 20 pollici in altezza, (circa 51 cm.), robusto ma non pesante, con un tronco massiccio ed abbastanza lungo in confronto all’altezza, che riusciva ad affrontare con relativa facilità, data la potenza e la dimensione, i terreni coperti da folta vegetazione, rovi e spine. Ma, ancora più importante, furono fissate le “qualità morali”. Quel carattere franco, aperto alla collaborazione, coraggioso, che ancora oggi è il marchio di fabbrica dell’appartenenza alla razza. Questo è stato “il punto di inizio della storia dello springer come lo conosciamo oggi”.

Tutto quello che sta dietro è servito a selezionare un cane con carattere generoso, coraggioso nell’affrontare i terreni difficili, incurante del dolore al punto da uscire visibilmente insanguinato dai rovi e dagli spini che esplora alla ricerca del selvatico, con un carattere dolcissimo e gioioso nella vita di relazione con l’uomo, che in alcuni casi arriva ad adorare. Con qualità naturali fissate dalla selezione per uno specifico tipo di impiego.

Ho scritto “il punto di inizio della storia dello springer come lo conosciamo oggi” perché in effetti, anche esteticamente, basta visionare le fotografie dei primi campioni di lavoro – vedi foto – e dei campioni attuali : potrebbero essere confusi tant’è la somiglianza, mentre, purtroppo, la ricerca estetica del bello ha fatto discostare molto gli attuali springer che si vedono in esposizione dal tipo originario esasperando caratteristiche che lo standard (come tutti gli standard inglesi) lasciava molto sul vago.

Attualmente in Italia, seguendo l’Inghilterra, si stanno allevando principalmente springer provenienti da linee di sangue da lavoro che oltre a mantenere le caratteristiche fondamentali della razza determinate dal “carattere”, hanno acquisito quella robustezza e costruzione scheletrica necessaria a svolgere con più facilità il difficile compito per il quale sono stati creati.

Questo tipo di indirizzo allevativo ha permesso una notevole diffusione tra i cacciatori (che trovano nello springer non uno strumento di caccia ma un “compagno di caccia” o meglio un compagno di vita con il quale condividere la gioia della propria passione.

Lo springer dal “carattere” giusto sarà sempre pronto a cogliere ogni vostra mossa, ad accondiscendere ad ogni vostra volontà, insomma sarete per lui il centro dell’universo, e saprà dimostrarvelo, sia a caccia che in casa. Tutto ciò sarà più evidente quanto più lo terrete vicino a Voi.

(di Andrea Cupini)